Affollato presidio dei giornalisti Agi al Pantheon in sciopero per la possibile vendita dell’agenzia di stampa all’imprenditore e parlamentare leghista Antonio Angelucci. tanti i leader presenti. Bersani attacca: “I giornalisti delle agenzie di stampa sono i minatori dell’informazione, sono quelli che vanno a cercare la materia prima. Un lavoro prezioso di professionalità e indipendenza. L’Agi non può diventare il service dei giornali di destra: l’Eni deve porselo questo problema”.
Ma sono in molti a unirsi, da Giuseppe Conte a Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e una folta delegazione Pd con la capogruppo Chiara Braga e, tra gli altri, i parlamentari Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Filippo Sensi, Walter Verini, il responsabile Informazione della segreteria Schlein, Sandro Ruotolo. “Siamo preoccupati e stiamo portando in Europa questa battaglia: un’agenzia -ha detto Ruotolo al sit in- non può passare nelle mani di un imprenditore della sanità privata che, sebbene il record di assenze, è un parlamentare della maggioranza. Una concentrazione” che chiama in causa il conflitto d’interesse “e come Pd chiediamo anche alle altre opposizioni di lavorare sul conflitto interesse enorme che c’è dietro” a questa vicenda. Secondo Fratoianni si tratta di “un’operazione spregiudicata, un clamoroso gigantesco conflitto interessi. Va impedito questo scempio”.
Per Calenda “le agenzie rischiano di diventare strumenti di lobby. Questa è una cosa disastrosa. La stampa libera è importante per una democrazia quanto lo è l’opposizione in Parlamento. Noi siamo con l’Agi anche per una questione di indipendenza”. Magi chiama in causa la maggioranza: “E’ inaccettabile non che Eni decida di vendere l’Agi ma di farlo nei modi in cui si sta tentando di farlo. E’ possibile che non ci sia un esponente della maggioranza che abbia alzato la mano per dire di essere contrario a una vendita senza una procedura trasparente? Si rischia il degrado della democrazia”. Duro l’avvocato del popolo Conte: “Ma noi siamo un paese del G7? Noi siamo una democrazia? In democrazia non dovrebbero avvenire cose del genere: una partecipata di Stato, controllata dallo Stato, offre a trattativa privata a un parlamentare, in questo caso di maggioranza, l’agenzia di stampa Agi. Questa è una vergogna che cercheremo di contrastare in tutti i modi”.
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