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L’Agenzia giornalistica Italia (AGI), la seconda agenzia di stampa italiana dopo l’Ansa, è stata fondata nel 1950 e dal 1965 è di proprietà del gruppo energetico ENI. Nell’aprile 2024, dopo mesi di voci e indiscrezioni, l’ENI ha confermato di aver ricevuto un’offerta dal gruppo Angelucci per l’acquisto dell’agenzia e di aver avviato un’interlocuzione per la possibile vendita. Il gruppo Angelucci è già proprietario del Tempo, del Giornale e di Libero, giornali con una precisa impronta politica, e fa capo ad Antonio Angelucci, imprenditore presente anche nei settore della sanità e immobiliare, che dal 2008 è un parlamentare e alle scorse elezioni è stato eletto al Senato con la Lega. Fin da metà marzo la redazione dell’AGI è entrata in stato di agitazione contro la prospettiva di una vendita a un editore così schierato politicamente che metterebbe a rischio lo storico ruolo dell’agenzia che sotto l’ENI ha sempre potuto garantire autonomia e pluralismo. Da allora ci sono state diverse giornate di sciopero accompagnate da iniziative di protesta, tra cui un sit-in al Pantheon. Il caso è finito sotto i riflettori della politica e dei media italiani e internazionali con innumerevoli prese di posizione, articoli e servizi televisivi. Anche organizzazioni come Reporter senza frontiere hanno denunciato il pericolo che questa vendita rappresenterebbe per la libertà di informazione. Su questo sito sono pubblicati comunicati e video dell’assemblea e del Comitato di redazione per opporsi a questa possibile vendita, interventi del mondo politico e sindacale, in Italia e all’estero ed estratti degli articoli che riguardano la nostra vicenda, nella convinzione che la nostra battaglia debba essere un patrimonio comune di chi crede in un’informazione primaria libera e pluralista. Perché, è bene sottolinearlo, un’agenzia di stampa deve essere per definizione indipendente, se assume un colore politico non può più esercitare il suo ruolo.