Dal leader del M5S Giuseppe Conte ai Dem Peppe Provenzano, Filippo Sensi, Walter Verini, Chiara Braga, Andrea Orlando, Pier Luigi Bersani. Dal leader di SI Nicola Fratoianni a quello di Azione Carlo Calenda, fino alla scrittrice Dacia Maraini. Grande solidarietà questa mattina al presidio organizzato dai giornalisti dell’agenzia di stampa Agi, insieme a Stampa Romana e Fnsi, dopo le notizie della possibile cessione della società dall’Eni al gruppo dell’editore e deputato leghista Antonio Angelucci, imprenditore della sanità privata, che già controlla Libero, Il Tempo, il Corriere di Viterbo e di Rieti e, dal luglio 2023, il Giornale. Sulla vicenda è intervenuta anche la segretaria del Pd Elly Schlein: «Non è ammissibile che una partecipata dello Stato venda la seconda agenzia di stampa del Paese a un parlamentare di maggioranza. Su questo il governo non può continuare a nascondersi dietro il paravento delle logiche di mercato. Non basta quindi la solidarietà, che pure esprimiamo: a difesa della professionalità dei redattori, dei lavoratori e lavoratrici dell’Agenzia Italia servono fatti, azioni, chiarimenti».
Secondo Riccardo Magi, leader di +Europa, questa operazione è segnata dalla «mancanza di trasparenza».
«È inaccettabile che un’agenzia come l’Agi venga venduta non attraverso una procedura di evidenza pubblica e trasparente ma tramite un’operazione politica che mira a rafforzare un editore che è contemporaneamente un parlamentare del centro-destra. Tutto questo ci dimostra il livello di degrado a cui è sottoposta la nostra democrazia», ha aggiunto. Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, parla di «attacco all’informazione» e chiede al governo «come sia possibile, oltre a non garantire i livelli occupazionali dei giornalisti, neanche preoccuparsi di questa situazione. Pertanto, chiediamo che si fermi questa eventuale acquisizione da parte di Angelucci, che in realtà deve anche rispondere alle ragioni per le quali si fa eleggere deputato e in Parlamento non ci va». Per Carlo Calenda, il rischio è che «giornali e agenzie diventino strumenti di lobby», mentre Conte suggerisce: «Se l’Eni ha interesse a mettere sul mercato quest’agenzia lo faccia in modo trasparente, con una procedura di gara».
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