LA STAMPA – La missione in Italia mette nel mirino la censura in Rai, la vendita di Agi e le querele temerarie « La libertà dei media in Italia ha subito un continuo deterioramento . La mancanza di indipendenza della Rai e l ́uso sistematico delle querele come intimidazione contro i giornalisti da parte dei funzionari pubblici hanno caratterizzato a lungo il rapporto tra media e politica italiana, ma negli ultimi due anni si sono raggiunti livelli allarmanti ». Inizia così il rapporto del Media Freedom Rapid Response (MFRR) che ha svolto una missione urgente in Italia sulla libertà di stampa dopo l ́allarme del Rapporto sullo stato di diritto dell ́Ue del 2024. La missione è stata co‐organizzata da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e dalla Federazione europea dei giornalisti, e vi hanno preso parte i partner del consorzio MFRR: Articolo 21, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media e l ́Istituto internazionale della stampa. Secondo il Media Freedom , «da quando il governo di coalizione di estrema destra guidato da Giorgia Meloni è entrato in carica nell ́ottobre 2022, la libertà dei media in Italia è stata sottoposta a una pressione crescente , con attacchi e violazioni senza precedenti della libertà di stampa e dei media , spesso avviati da funzionari pubblici nel tentativo di emarginare e mettere a tacere le voci critiche». Rai, Agi e querele temerarie La missione si è concentrata su tre questioni principali: interferenza politica in Rai; molestie legali nei confronti di giornalisti dissenzienti e potenziale acquisizione una delle principali agenzie di stampa del Paese di proprietà di una partecipata come Eni e controllata dal Mef, che potrebbe essere ceduta ad Antonio Angelucci, parlamentare della Lega ed editore di un network di giornali vicini al centrodestra. I delegati del Media Freedom hanno incontrato giornalisti, sindacati, accademici, attori della società civile e leader delle opposizioni per ascoltare le loro preoccupazioni. Purtroppo, si legge nel documento, i colloqui richiesti con i parlamentari dell ́opposizione e alcuni componenti dell ́esecutivo «sono rimasti senza risposta. Il governo italiano deve ancora dimostrare il suo impegno nell ́affrontare il problema». La politica legittima gli attacchi ai giornalisti Il monitoraggio del Media Freedom, nel periodo ottobre 2022 ‐ giugno 2024, ha registrato 193 avvisi relativi all ́Italia. Il consorzio ha registrato un picco nel numero di avvisi in questo arco di tempo, rispetto ai 22 mesi precedenti, quando aveva registrato 75 avvisi. I dati indicano che le querele (53,7%) sono le violazioni della libertà dei media più comuni, seguiti da molestie verbali (31,5%) e tentativi di censura (20,4%). Le condanne pubbliche dei giornalisti, spiega il rapporto, «vengono spesso utilizzate per attaccare i professionisti dei media critici nei confronti del governo. Questi incidenti rischiano di creare un pericoloso precedente nella relazione già tesa tra i media e gli attori politici. Legittimano inoltre gli attacchi ai professionisti dei media, costituendo un esempio preoccupante per i funzionari pubblici di livello inferiore, sia in termini di cause legali vessatorie che di altre forme di molestie». Gli attacchi ai giornalisti «da parte di membri della coalizione di governo costituiscono un segnale allarmante di intolleranza verso opinioni dissenzienti». La Rai non è indipendente Il Media Freedom vede un livello di politicizzazione in Rai senza precedenti, e la modifica della par condicio che avvantaggia la maggioranza ‐ contenuta in un emendamento presentato prima delle ultime elezioni europee ‐ c omporta «pressioni straordinarie e crescenti casi di autocensura» . Il servizio pubblico radiotelevisivo, sostiene il rapporto, non è indipendente, e questo «mette a repentaglio il diritto dei cittadini a un ́informazione libera e imparziale». Nelle conclusioni il Media Freedom chiede una riforma della Rai per garantire nomine indipendenti ai vertici dell ́azienda di viale Mazzini e misure per assicurare la presenza di tutti i partiti nell ́informazione pubblica, senza discriminazioni. Stop alla vendita di Agi All ́Eni viene chiesto di non vendere l ́Agi ad Antonio Angelucci, «né a personalità simili con una chiara affiliazione politica. Qualora l ́offerta per acquisire l ́agenzia si concretizzasse, l ́Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrebbe condurre una valutazione approfondita e trasparente e considerare l ́impatto sul pluralismo dei media, l ́indipendenza editoriale e il conflitto di interessi, anche in conformità con l ́European Media Freedom Act». Infine, le querele temerarie. Il MFRR sostiene «la depenalizzazione della diffamazione in linea con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani. La legislazione italiana va adeguata a questi standard internazionali , che tutelano la libertà di espressione e di informazione». Interventi ritenuti urgenti, perché «l ́effetto paralizzante derivante dal declino della libertà di espressione e dai tentativi del governo di mettere a tacere la stampa segnala un preoccupante declino democratico nel panorama della libertà dei media in Italia».
Il rapporto di Media Freedom: con il governo Meloni la libertà di stampa è a rischio
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