EURACTIV Italia – (di Alessia Peretti)
Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea, alla cerimonia di consegna del Premio per la libertà di stampa 2023 di Reporter senza frontiere. [European Union, 2023]
L’European Movement International (EMI), insieme a numerose altre organizzazioni europee e di giornalisti, invierà una nuova lettera alla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová per chiedere un’indagine sullo stato della libertà di stampa in Italia, come ha appreso Euractiv.
I motivi di preoccupazione sono il deterioramento della libertà di stampa e la “preoccupante” decisione della Commissione europea di ritardare la pubblicazione della relazione annuale sullo Stato di diritto.
Per esprimere la loro preoccupazione, l’EMI, insieme al Federazione Nazionale dei Giornalisti Italiani (FNSI), alla Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) e alla Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ), venerdì invierà una lettera, di cui Euractiv ha preso visione in anteprima, in cui si afferma che “la situazione in cui versano i giornalisti e i media in Italia è peggiorata” da quando hanno sollecitato per la prima volta la CE (Commissione Europea) ad agire.
Il 22 maggio, il gruppo di associazioni aveva già sollecitato la Commissione ad aprire un’indagine sulla libertà di stampa in Italia, citando le significative pressioni sull’indipendenza dei media esercitate dal governo del primo ministro Giorgia Meloni, in particolare l’indebita influenza sull’emittente nazionale RAI.
Dopo mesi di silenzio, Jourová ha risposto il giorno prima dell’invio della nuova lettera con dichiarazioni vaghe che ribadiscono i risultati dell’ultimo Rapporto sullo Stato di diritto dell’Italia, le nuove disposizioni della legge sulla libertà dei media e la direttiva anti-SLAPP.
Non ha affrontato le questioni sollevate nella lettera originale, concludendo invece che avrebbe monitorato la situazione in Italia come in altri Paesi.
“Non dobbiamo distogliere lo sguardo dall’agenda interna della Meloni, che è stata caratterizzata da attacchi ai diritti dei migranti, delle famiglie arcobaleno e delle minoranze e da un sinistro giro di vite sulla libertà di stampa”, ha dichiarato a Euractiv il segretario generale dell’IME Petros Fassoulas, a cui era indirizzata la lettera della Jourová.
“Tutto questo è il segno distintivo di un governo di estrema destra e, nonostante gli sforzi per normalizzare la Meloni, non dovremmo dimenticare ciò che lei e il partito che guida rappresentano” – un punto chiarito nella lettera che verrà inviata venerdì, in cui si afferma che “l’interferenza del governo nella RAI è cresciuta costantemente, minando ulteriormente la sua indipendenza”.
La lettera include anche esempi come la recente chiusura del programma “Chesarà…” condotto da Serena Bortone, che aveva sfidato l’intervento della redazione per leggere il discorso antifascista di Antonio Scurati nel giorno della Liberazione d’Italia, e le discussioni in corso sulla possibile acquisizione dell’Agenzia Giornalistica Italiana (AGI), una delle principali agenzie di stampa italiane, da parte del deputato della Lega Antonio Angelucci.
Per illustrare quello che considerano il “clima di intimidazione che i giornalisti devono affrontare in Italia”, citano anche “la presunta interferenza politica del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nella gestione della RAI, in particolare attraverso il suo stretto rapporto con il Direttore della RAI Paolo Petrecca, che dimostra la sottomissione della RAI alla linea del governo”.
Questi sviluppi arrivano mentre la Commissione ha ritardato la pubblicazione del Rapporto annuale sullo Stato di diritto, che l’EMI e gli altri firmatari speravano avrebbe messo in luce gli attacchi del governo italiano alla libertà dei media.
“La decisione di ritardare la pubblicazione della relazione fino a dopo il voto del Parlamento europeo per il Presidente della Commissione europea è un ulteriore motivo di preoccupazione”, si legge nella lettera.
“Per questo motivo, ribadiamo la nostra richiesta di avviare un’indagine sui tentativi del governo italiano di catturare i media e l’informazione pubblica in linea con gli standard della Legge europea sulla libertà dei media e con i valori fondamentali dell’UE sanciti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea”.
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