PRIMA COMUNICAZIONE/GIUGNO-LUGLIO 2024 –
Maurizio Molinari, direttore di Repubblica e direttore editoriale di GEDI. “Dobbiamo avere il coraggio di spiegare quello che sta avvenendo”. Il dovere dell’informazione per Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, viene prima di ogni cosa. Soprattutto in un momento di allarme in tutta Europa, dove si assiste alle vittorie delle destre in Francia e in Germania e alla diffusione di posizioni estreme che conquistano i ventenni: intolleranza verso gli immigrati, critica alle istituzioni europee e alle scelte comunitarie per contrastare la crisi climatica. Focus sui rapporti con Giorgia Meloni: “La nostra finalità non è far cadere il governo, ma garantire i princìpi della libertà di informazione”. Chiamando editori e giornalisti ad allearsi per affrontare le sfide dell’IA
Prima – La grande tensione nei rapporti tra Repubblica
e Meloni non sembra attenuarsi.
M. Molinari – “Il governo è eletto dai cittadini. Il nostro compito è fare bene il nostro lavoro. Fare del giornalismo. L’informazione deve essere seria, equilibrata e trasparente e deve chiedere trasparenza, ponendo delle domande. Possiamo essere criticati perché potevamo fare meglio. È legittimo, un giornale deve essere aperto e rispondere a ogni tipo di contestazione. Ma quando accusi direttamente il giornale e il giornalista, il gioco cambia. È la genesi di quanto fotografato dal ‘2024 World Press Freedom Index‘ di Reporters sans frontières, che ha declassato di cinque posizioni l’Italia, ora al 46esimo posto nella classifica che prende in esame la libertà di informazione in 180 Paesi. D’altra parte se un deputato della
Lega, partito di governo, vuole diventare editore della seconda agenzia di stampa nazionale, si evidenzia proprio l’interrogativo su quale tipo di rapporto con la libertà di informazione Palazzo Chigi abbia in mente.
Prima – Si riferisce ad Antonio Angelucci e all’Agi?
M. Molinari – “Certo. Ci sono editori che possono avere vicinanze e simpatie, ma qui si parla di un parlamentare. E’ evidente che saltano degli equilibri. Io ho chiesto di incontrare Giorgia Meloni, ma finora non ho ricevuto risposta. Senz’altro avrà molti impegni, ma credo che questo incontro lo debba fare, perché è nell’interesse del presidente del Consiglio rafforzare e non indebolire la libertà d’informazione nel nostro Paese. Una sua visita nella nostra redazione sarebbe importante. Se il sindacato dei giornalisti Rai, l’Usigrai, solleva delle questioni che hanno a che fare con la libertà di informazione all’interno dell’azienda, il governo può non essere d’accordo, ma lo deve ascoltare. Se invece tenta in qualsiasi maniera di delegittimarlo, si ripresenta di nuovo un cortocircuito. Lo ripeto, credo che il nostro interesse di cittadini e di giornalisti è di descrivere questi problemi, di chiedere un dialogo a Giorgia Meloni. Ribadisco: la nostra finalità non è far cadere il governo, ma garantire i principi della libertà d’informazione in questo Paese”.
Lascia un commento