(AGI) – Roma, 1 mag. – In occasione della giornata del Primo Maggio i lavoratori dell’Agi tornano a chiedere al loro editore – capace per 60 anni di garantire pluralismo, indipendenza, livelli occupazionali – e alle istituzioni certezze sul futuro assetto proprietario e sulla stabilità dei lavoratori stessi. Abbiamo evidenziato in numerose occasioni, e lo torniamo a fare anche oggi, i rischi connessi alla possibilità che una fonte primaria di informazione possa essere ceduta da una partecipata di Stato – a trattativa privata – a un imprenditore che è anche un parlamentare, quindi espressione di una determinata area politica, qualunque essa sia. L’Agi non vuole diventare il megafono di questo, come di nessun altro governo, ma continuare a fare informazione di qualità, plurale ed indipendente, come compete a un’agenzia di stampa. Se il nostro editore, un soggetto pubblico, non intende essere più tale, anche le istituzioni dovrebbero essere chiamate a farsi carico di trovare una soluzione in trasparenza, che consenta di valorizzare la seconda agenzia di stampa del Paese, salvaguardare i livelli occupazionali, e stabilizzarne i lavoratori precari. Non siamo i soli a ravvisare un problema in questa vicenda. Del nostro caso si stanno occupando e si occuperanno Commissione e Parlamento Ue. Ne hanno scritto, oltre a tutti i media nazionali, anche molte testate internazionali, tra cui The Times, Le Monde, Guardian, Le Figaro, El Pais, Reuters, Afp, Der Spiegel e La Vanguardia. La nostra mobilitazione a difesa dell’indipendenza dell’Agi va avanti, così come la richiesta all’editore di aprire un canale di dialogo, nella convinzione che una soluzione alternativa possa essere trovata. Buon Primo Maggio. (AGI) RED
1 maggio: comunicato del Cdr dell’Agi
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