Agi, i paletti della Commissione Ue: l’acquisizione di Angelucci dovrà rispettare il Media Freedom Act

Milano Finanza – Numero 084 pag. 4 del 27/04/2024
– Una eventuale cessione di Agi dovrà essere valutata nel quadro del Media Freedom Act. La Commissione europea torna sulla vicenda della possibile vendita della seconda maggiore agenzia italiana da Eni all’imprenditore e deputato leghista Antonio Angelucci. Lo fa durante il consueto briefing quotidiano con la stampa attraverso il suo portavoce Christian Wigand, che spiega: «Abbiamo visto i resoconti della stampa, per ora sembra che ci siano molte speculazioni ma nessuna informazione chiara: tuttavia, ribadiamo che i media indipendenti sono un pilastro fondamentale della democrazia europea nel loro ruolo di cani da guardia dell’opinione pubblica che chiamano a rispondere delle loro responsabilità chi detiene il potere». 

«La nuova disciplina – prosegue Wigand – consentirà una valutazione delle concentrazioni del mercato dei media, che potrebbero avere un impatto significativo sul pluralismo dell’informazione e sull’indipendenza editoriale». Valutazione che verrà effettuata attraverso «test sul pluralismo dei media» e un controllo sui fornitori dei servizi che saranno chiamati a rivelare, tra le altre cose, i nomi dei loro proprietari. «L’ultima Relazione sullo Stato di diritto– rassicura il portavoce di Palazzo Berlaymont – ha rilevato comunque che il quadro giuridico che regola il settore è solido ed efficace e che l’ente regolatore dei media è indipendente e dotato di risorse adeguate». 

Sulla vicenda Scurati deciderà l’Italia

Nel corso del briefing, la Commissione si è espressa anche sulla polemica legata alla mancata messa in onda da parte della Rai del monologo di Antonio Scurati: «Non è nostro compito intervenire nei singoli casi in cui non siamo nemmeno parte – commenta il portavoce capo, Eric Mamer– noi siamo qui per esaminare questi problemi da un punto di vista strutturale: si tratta di accertare che i sistemi esistenti nei Paesi siano solidi e che, in caso di controversie, vi sia la capacità delle parti di rivolgersi agli organismi preposti per far valere le rispettive argomentazioni». «In Italia, per il momento – conclude – il quadro ci sembra adeguato ad affrontare le accuse legate al caso, quindi spetta alle autorità nazionali occuparsene». (riproduzione riservata)

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