(AGI) – Roma, 25 mar. – “E’ necessario fare luce al più presto sulla vicenda Agi”, afferma Francesco Boccia spiegando che “l’ipotesi di una vendita diretta dell’agenzia di stampa, che appartiene a Eni, nei termini di cui ne hanno parlato i media necessita di un chiarimento urgente”. “Per questo – anticipa il capogruppo Pd al Senato – alla prossima Conferenza dei capigruppo al Senato chiederemo che venga calendarizzata al più presto la nostra interrogazione alla presidente del Consiglio, a prima firma del nostro vicepresidente Nicita, che abbiamo depositato già a gennaio”. “E’ urgente fare chiarezza su quanto sta avvenendo e voglio esprimere anche a nome delle senatrici e dei senatori dem la vicinanza alle lavoratrici, ai lavoratori, alle giornaliste e ai giornalisti dell’Agenzia che sono stati in stato di agitazione nei giorni scorsi”. “Ma – riprende Boccia – la questione che riguarda Agi tocca anche il capitolo più generale dei contributi pubblici al sistema dell’editoria. E’ evidente che nei prossimi mesi, considerato l’attuale andamento degli indicatori macroeconomici e di finanza pubblica e la situazione dei nostri conti pubblici a fronte degli impegni richiesti dal nuovo Patto di stabilità, il governo sarà chiamato a inevitabili interventi di revisione della spesa pubblica. Nelle pieghe del Bilancio dello Stato, nonostante gli interventi di spending review finora effettuati, permangono ancora buoni margini di miglioramento e di ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse pubbliche”.
“Uno dei settori in cui si può effettuare una razionalizzazione delle spese è sicuramente quello dei contributi all’editoria”, riprende allora l’esponente dem osservando che “con il decreto legge n.162 del 2019 si era previsto che non potessero accedere al riparto dei relativi contributi i soggetti che risultino partecipati con quote maggioritarie da gruppi quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati. Nonostante questo dall’analisi dei dati sulla ripartizione delle risorse dei contributi ripartiti ed erogati ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera g) del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70, relativa agli ultimi anni, appare evidente che una parte consistente dei medesimi contributi siano ad appannaggio di beneficiari che risulterebbero controllati o partecipati da società non quotate o da società non quotate nei mercati regolamentati che distribuiscono dividendi ai soci e che, in base alle risultanze dei rispettivi bilanci di esercizio, non avrebbero oggettivamente necessità di fare ricorso a risorse pubbliche per sostenere le proprie attività e tantomeno per consentire una più ampia distribuzione di dividendi ai soci”. “Tutto ciò – continua Boccia – appare in evidente contrasto con l’obiettivo dell’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse pubbliche e, al contempo, non consente alle piccole realtà indipendenti e locali di poter accedere al riparto delle suddette risorse. Per questo motivo – anticipa – come Pd presenteremo una interrogazione al ministro dell’Economia, nella quale chiediamo di sapere ‘quali siano le valutazioni del governo su una eventuale revisione dei contributi al settore dell’editoria ai fini di un più attento ed equilibrato utilizzo delle risorse pubbliche, come a più riprese sollecitato dalla Corte dei Conti e dall’Upb’”. “Inoltre con la nostra interrogazione – conclude Boccia – chiederemo al governo ‘come intenda eventualmente intervenire, e in che tempi, al fine di riequilibrare ulteriormente i criteri di accesso ai benefici di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70, ed evitare che risorse pubbliche affluiscano, tramite controllate o partecipate, a società non quotate nei mercati regolamentati che distribuiscono dividendi ai propri soci e se intenda, fermo restando il mantenimento del livello degli stanziamenti vigenti, provvedere all’ottimizzazione del loro utilizzo al fine di valorizzare maggiormente le piccole realtà indipendenti e presenti sul territorio che utilizzano anche le nuove tecnologie del digitale e della rete’”. (AGI)
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