17:47 (AGI) – Roma, 20 mar. – Il Cdr dell’AGI, in applicazione del mandato conferito all’unanimità dall’Assemblea dei redattori del 18 marzo scorso, proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte di oggi fino alle 23:59 del 22 marzo, constatata l’assenza di una tempestiva risposta ufficiale da parte dell’Azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia. Nonostante le formali richieste di chiarimento sulle ipotesi di vendita, avanzate prima tramite il comunicato dell’Assemblea dei redattori e poi attraverso la richiesta formale di un incontro urgente presentata dal Cdr, l’Azienda finora non ha fornito alcuna risposta né ritenuto di dover confrontarsi con l’organismo sindacale interno. Le insistenti indiscrezioni e notizie sulla possibile vendita dell’agenzia arrivano poche settimane dopo la firma, avvenuta il 2 febbraio scorso, dell’accordo tra Cdr, Azienda ed Fnsi sulla procedura di isopensione, destinata a determinare entro l’anno una sensibile riduzione dell’organico. Un accordo – approvato con grande senso di responsabilità da parte dell’Assemblea dei redattori – a cui si era arrivati anche dopo le rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali sull’assenza di trattative in essere per una vendita, sottolineata dalla presenza di un piano strategico 2024-2027 volto ad “implementare la strategia di trasformazione in una news company”. L’AGI è da oltre 70 anni un punto di riferimento dell’informazione italiana e ha sempre assicurato un notiziario di qualità e pluralista. L’Eni negli anni si è dimostrato editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, tutti elementi che sarebbero fortemente a rischio nello scenario prospettato di vendita al gruppo editoriale Angelucci. In questa possibile compravendita riteniamo sia in gioco la garanzia del pluralismo dell’informazione del Paese: un’agenzia di stampa, fonte primaria di informazione, è infatti per sua natura pluralista e imparziale. RED
Il Cdr dell’AGI proclama due giorni di sciopero
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