di Michele Anzaldi
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Sarebbe impensabile, a maggior ragione se si trattasse di cedere a un parlamentare in carica. Speriamo, davvero, che la notizia sia infondata
18 Marzo 2024 alle 13:54
Davvero il governo Meloni, che si vanta di aver varato un grandioso “Piano Mattei” per l’Africa, intende liquidare una delle più importanti eredità culturali della stagione di Enrico Mattei all’Eni, ovvero la proprietà pubblica dell’agenzia di stampa Agi?
Il “Fatto quotidiano”, senza che siano arrivate smentite, né tantomeno chiarimenti, ha rivelato che l’Eni sarebbe intenzionata a cedere l’agenzia di stampa, alla vigilia del suo sessantesimo anniversario dell’ingresso nel gruppo petrolifero (fu acquistata da Mattei nel 1965).
In questi decenni, in cui è rimasta sotto l’ombrello dell’azienda energetica, l’agenzia ha potuto operare in piena autonomia, dando un contributo fondamentale all’informazione nel nostro Paese. Nata come seconda agenzia italiana dopo l’Ansa, l’Agi negli anni è diventata un riferimento fondamentale negli ambiti della politica, dell’economia, dell’innovazione, consentendo di portare il pluralismo anche nel delicato mondo delle agenzie di stampa.
Il ruolo delle agenzie di stampa, per quanto poco noto al grande pubblico, è decisivo e imprescindibile nel panorama di un’opinione pubblica davvero democratica. Non a caso, le agenzie ricevono una parte fondamentale del proprio fabbisogno finanziario dai bandi pubblici del dipartimento Editoria della presidenza del Consiglio.
Se davvero l’Eni intende far uscire l’Agi dal proprio perimetro aziendale, sarebbe inevitabile orientarsi in ogni caso verso un’altra soluzione pubblica. Di certo, sarebbe impensabile cedere un tale patrimonio informativo e culturale ad un privato, a maggior ragione se si trattasse di un privato vicino alla politica, se non addirittura un parlamentare in carica. L’idea che il gruppo Angelucci possa acquistare l’Agi rappresenta la sconfessione peggiore del sogno di Mattei, che fece dell’Eni anche una potenza culturale ed un pilastro del pluralismo informativo con gli investimenti ne “Il Giorno” e nell’Agi.
A prescindere dagli evidenti profili Antitrust, cedere l’Agi a un privato sarebbe una sconfitta per tutte le istituzioni. Speriamo, davvero, che la notizia sia infondata.
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